Prima dell’inizio della scuola ho iniziato a seguire un corso di aggiornamento sulla Matematica, che poi proseguira’ durante l’anno. Nel primo incontro sono stato provocato da un docente che guidava la riflessione in merito a quanti quaderni usare per la Matematica: un quaderno solo oppure due (cioe’ uno per Aritmetica e uno per Geometria)? Io, in questi quattro anni di insegnamento, ne ho sempre fatti usare due… Il docente ha invece criticato questo approccio ed io mi sono sentito messo in discussione.
Tutti noi insegnanti di Matematica sappiamo bene che spesso i ragazzi utilizzano il termine Matematica invece di Aritmetica: “Prof, cosa facciamo oggi? Geometria o Matematica?”. Come a dire che la Geometria non fa parte della Matematica… Non si tratta solo di un problema di scelta di termini. Nasconde in realta’ una separazione piu’ profonda, che forse dovremmo aiutare ad eliminare.
Il docente del corso diceva, giustamente, che la Matematica e’ una. Poi ci sono le varie parti: Aritmetica, Geometria, Statistica, … Usare un unico quaderno aiuta, secondo lui, ad unificare. E, dopo averci pensato bene, mi sono convinto. Quindi nella 1B e’ partito l’esperimento del “quaderno unico”, mentre per la 3A ho preferito continuare col metodo a cui ormai i ragazzi si sono abituati in questi due anni trascorsi insieme: avevo paura di creare piu’ confusione che ordine…
Un rischio presente, poi, e’ che la dicotomia Aritmetica-Geometria porta spesso alla selettivita’: si evita la Geometria e ci si butta sull’Aritmetica. Su questo fenomeno si potrebbe aprire un capitolo a parte, ma rimanendo sulla questione del quaderno vediamo se cosi’ il fenomeno si riduce. Anche perche’ poi capita che, per esempio, uno studente non sa usare le formule inverse e quindi si blocca coi problemi di geometria, ma poi risolve benissimo le equazioni… Se solo si riuscisse a fargli capire che le due cose non sono cosi’ distanti…